il nostro viaggio

Siamo Ilaria e Valentina, due amiche che si sono ritrovate dopo percorsi artistici e di vita diversi; le nostre strade ad un certo punto hanno deciso di riunirsi, affiancandosi, dando vita così ad una nuova esperienza. Il nostro punto di partenza è l'amore per l'arte, per il colore in ogni sua forma e per la creatività che caratterizza ognuno di noi. Abbiamo deciso così di "partire" per questo nostro viaggio, sperando di arricchirci come artiste e come persone. la valigia dei colori, i nostri colori, ci accompagnerà.

venerdì 15 giugno 2012

appuntamento per il 19 Giugno all'ass. Terrae!

e da martedì 19 Giugno si cambia location!!!!!!!! tutte all'associazione Terrae in Borgo Giannotti per divertirci un'ultima volta insieme e organizzare l'evento aperitivo!!!!!!! vi aspetto ragazze!

mercoledì 9 maggio 2012

foto del terzo incontro " scoprirmi a colori"






significato colore indaco

Collocato tra l’Azzurro e il Viola nello spettro luminoso il colore Indaco è simbolo di spiritualità e risveglio interiore. Associato al terzo Chackra, l’Indaco agisce sui nostri sensi aumentando il tono dell’uomore in caso di malinconia o di leggeri stati depressivi. Il colore Indaco, inoltre, ha un forte potere rilassante e aiuta nelle pratiche meditative. La persona che predilige l’Indaco tende a elevarsi e a guardare con occhio critico la realtà che la circonda. Questa tendenza fa in modo che la stessa realtà venga meglio compresa per ottenere così un appagamento interiore che il mondo esteriore nega all’individuo. Alla continua ricerca di armonia e affinità con le persone che lo circondano, chi ama l’Indaco può subire dei repentini attacchi di malinconia dalla quale esce attraverso captando dal mondo esterno emozioni e segnali positivi. 

martedì 24 aprile 2012


“Noi siamo la razza divina
e abbiamo il potere di creare”
Dadekind

tempere magre e tempere grasse


Tempere magre e Tempere grasse

Nel suo utilissimo "Piccolo trattato di tecnica pittorica" Giorgio De Chirico ha illustrato la differenza tra tempera magra e tempera grassa.
La prima è la tempera in cui non compare nessun additivo oleoso, nè vernice, la seconda è la tempera alla quale viene addizionato al tuorlo o all'uovo intero un certo quantitativo di olio e a volte di vernice. Dunque sono da considerarsi tempere magre: le tempere con solo uovo, con latte di fico, con uovo e gomma, e le tempere a colla.
Le tempere grasse - dette anche emulsioni - forse non hanno l'intensità luminosa delle tempere a colla e di quelle a uovo puro o uovo e gomma, ma sono certamente più resistenti delle tempere magre e inoltre cambiano meno di tono dopo verniciate. Esistono in questo campo una varietà infinita di ricette e proprio questa varietà rende simile la pittura a tempera all'arte culinaria. Anche con la pasta infatti si possono fare infinite ricette ma la base - nel nostro caso l'uovo - rimane sempre la stessa.
L'esperienza sviluppata in anni di lavoro con la tempera, avendo provato ricette di ogni tipo, mi ha comunque portato a scegliere le emulsioni meno complesse. Oltre alle ricette base sopra illustrate, ho ottenuto brillanti risultati anche con le tempere appresso indicate. Le principali qualità di queste tempere risiedono nella facilità di preparazione, nella luminosità, nella resistenza, nel mantenere il tono dopo essere state verniciate.

cenni sul termine "tempera"


Cenni sull'uso della tempera e sull'ambiguità di questo termine nella tradizione pittorica 

Il termine tempera è un termine ambiguo: sostanzialmente si riferisce all'azione con cui il pittore 'stempera' o 'mestica' i pigmenti puri unendoli a un legante.
Nella tradizione pittorica occidentale, dal medioevo al XVIII secolo, questo legante non era identificato necessariamente con l'acqua, o meglio, l'acqua ne era solo uno degli elementi. Spesso alla ricetta di questo legante (medium) partecipava anche l'olio di lino o di noce, la cui presenza porta comunemente a definire una tecnica pittorica come 'pittura ad olio'. In realtà molte pitture antiche, come quelle fiamminghe, venete o fiorentine, che vengono definite ad olio sono tecniche miste, in cui i primi strati erano eseguiti con una sorta di tempera. Perciò il rosso d'uovo, nelle antiche stemperature, non aveva la mera funzione di legante ma, in virtù delle caratteristiche chimiche del tuorlo, anche quella di creare emulsioni di olio e acqua. In alcune antiche ricette, a formare i leganti (medium) per pittura, intervenivano oltre ad acqua e rosso d'uovo anche olii, essenze, resine, balsami e perfino cere. Nell'epoca moderna Annigoni da profondo conoscitore delle antiche tecniche pittoriche, ha avuto il merito di riportare in voga l'uso della "tempera all'uovo" (detta anche tempera grassa nel caso siano aggiunte sostanze proteiche o oleose all'uovo), con cui ha realizzato la maggior parte dei ritratti.
Da ciò si evince che le odierne definizioni di tecniche a tempera o ad olio mal si attagliano a molte delle antiche produzioni artistiche. Spesso i pittori antichi (un esempio sono il Tintoretto o il Veronese), e in specie per opere di grande formato, eseguivano un primo abbozzo con una sorta di tempera oleosa (perciò non strettamente tempera) e in seguito proseguivano il dipinto su questo strato magro ingrassandolo con maggiori quantità di olii e di resine. Questa sorta di tecnica mista è stata ripresa anche in età moderna da quei pittori, come Giorgio De Chirico, che studiarono in profondità le antiche tradizioni pittoriche in tutti i loro risvolti tecnici. Molte opere di questo maestro sfuggono alle definizioni ditempera od olio ma sarebbero da chiamarsi, come molte opere antiche, con la definizione di tecnica mista.