il nostro viaggio

Siamo Ilaria e Valentina, due amiche che si sono ritrovate dopo percorsi artistici e di vita diversi; le nostre strade ad un certo punto hanno deciso di riunirsi, affiancandosi, dando vita così ad una nuova esperienza. Il nostro punto di partenza è l'amore per l'arte, per il colore in ogni sua forma e per la creatività che caratterizza ognuno di noi. Abbiamo deciso così di "partire" per questo nostro viaggio, sperando di arricchirci come artiste e come persone. la valigia dei colori, i nostri colori, ci accompagnerà.

martedì 24 aprile 2012

cenni sul termine "tempera"


Cenni sull'uso della tempera e sull'ambiguità di questo termine nella tradizione pittorica 

Il termine tempera è un termine ambiguo: sostanzialmente si riferisce all'azione con cui il pittore 'stempera' o 'mestica' i pigmenti puri unendoli a un legante.
Nella tradizione pittorica occidentale, dal medioevo al XVIII secolo, questo legante non era identificato necessariamente con l'acqua, o meglio, l'acqua ne era solo uno degli elementi. Spesso alla ricetta di questo legante (medium) partecipava anche l'olio di lino o di noce, la cui presenza porta comunemente a definire una tecnica pittorica come 'pittura ad olio'. In realtà molte pitture antiche, come quelle fiamminghe, venete o fiorentine, che vengono definite ad olio sono tecniche miste, in cui i primi strati erano eseguiti con una sorta di tempera. Perciò il rosso d'uovo, nelle antiche stemperature, non aveva la mera funzione di legante ma, in virtù delle caratteristiche chimiche del tuorlo, anche quella di creare emulsioni di olio e acqua. In alcune antiche ricette, a formare i leganti (medium) per pittura, intervenivano oltre ad acqua e rosso d'uovo anche olii, essenze, resine, balsami e perfino cere. Nell'epoca moderna Annigoni da profondo conoscitore delle antiche tecniche pittoriche, ha avuto il merito di riportare in voga l'uso della "tempera all'uovo" (detta anche tempera grassa nel caso siano aggiunte sostanze proteiche o oleose all'uovo), con cui ha realizzato la maggior parte dei ritratti.
Da ciò si evince che le odierne definizioni di tecniche a tempera o ad olio mal si attagliano a molte delle antiche produzioni artistiche. Spesso i pittori antichi (un esempio sono il Tintoretto o il Veronese), e in specie per opere di grande formato, eseguivano un primo abbozzo con una sorta di tempera oleosa (perciò non strettamente tempera) e in seguito proseguivano il dipinto su questo strato magro ingrassandolo con maggiori quantità di olii e di resine. Questa sorta di tecnica mista è stata ripresa anche in età moderna da quei pittori, come Giorgio De Chirico, che studiarono in profondità le antiche tradizioni pittoriche in tutti i loro risvolti tecnici. Molte opere di questo maestro sfuggono alle definizioni ditempera od olio ma sarebbero da chiamarsi, come molte opere antiche, con la definizione di tecnica mista.

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